SPECIE

1) Cervo

Il cervo (Cervus elaphus) è un ungulato di grossa taglia che, come il capriolo e il daino, appartiene alla famiglia dei Cervidi. E' caratterizzato da un notevole dimorfismo sessuale: il maschio adulto ha dimensioni e peso notevolmente superiori alla femmina, ed è provvisto di palchi. Il suo corpo snello e agile, più alto e robusto nella parte posteriore, gli conferisce una forma a “spiovente” adatta a muoversi abilmente nella fitta foresta. Abita normalmente i boschi ad alto fusto, anche se d'estate risale talvolta sopra il limite della vegetazione arborea. I branchi sono composti da femmine e piccoli, mentre i maschi conducono vita perlopiù solitaria, riunendosi al branco nel periodo autunnale, al momento della riproduzione. I boschi si riempiono allora dei loro bramiti, con cui ciascun maschio segnala la propria presenza sia alle femmine sia ai rivali, con i quali ingaggia sfide e lotte per il possesso delle femmine.

La specie è cacciabile in selezione dalla fine di agosto fino alla metà di dicembre, con delle interruzioni come da calendario venatorio. La sua consistenza nel nostro C.A.C. si attesta su circa 1000 capi.

Foto Grassi
Foto Grassi
Foto Grassi
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2) Capriolo

Il capriolo (Capreolus capreolus) è un tipico ungulato dei nostri boschi che, come il cervo e il daino, appartiene alla famiglia dei Cervidi ma è caratterizzato da dimensioni più ridotte. Il suo corpo snello e agile, più alto e robusto nella parte posteriore, gli conferisce una forma a “spiovente” adatta a muoversi abilmente nella fitta foresta. Come nel caso degli altri Cervidi, solo il maschio è provvisto di palchi, che vengono persi e si riformano a cadenza annuale. Il suo habitat preferito è costituito da boschi di latifoglie, tipici delle basse quote (preferisce restare sotto i 1.200m s.l.m., ma lo si può trovare anche fino a 2.000m s.l.m.), caratterizzati da notevole variabilità vegetazionale e intervallati da spazi aperti contornati da arbusti e piante giovani. E’ un “brucatore selettivo”: consuma prevalentemente alimenti ricchi di nutrienti e facilmente digeribili come fiori, frutti, gemme e foglie giovani.

La specie è cacciabile in selezione dalla fine di agosto fino alla fine di ottobre, come da calendario venatorio. La sua consistenza nel nostro C.A.C. si attesta su circa 600 capi.

Foto Grassi
Foto Grassi
Foto Grassi
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Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi
Foto Pozzi

3) Camoscio

Il camoscio (Rupicapra rupicapra) è un Ungulato di taglia media, tipico degli ambienti di alta montagna, diffuso sia nei boschi sia nelle aree aperte, situate oltre il limite della vegetazione arborea. Appartiene alla famiglia dei Bovidi, caratterizzata dalla presenza, in entrambi i sessi, di corna permanenti, che nel camoscio sono sottili ed uncinate all’estremità. È straordinariamente agile e capace di spostarsi anche sui pendii più ripidi e disagevoli; ha una forte resistenza e può superare in poco tempo in salita dislivelli notevoli. Nella stagione estiva si nutre principalmente di piante erbacee, d'inverno, invece, a seconda delle disponibilità alimentari, può consumare anche parti di arbusti o di giovani alberi. Diffidente, di abitudini diurne, ha vista e udito acuti e riflessi pronti. Corre velocemente, compie salti, balzi e scalate di luoghi impervi con estrema agilità. Vive in branchi, talvolta numerosi, composti da femmine e piccoli, guidati da una femmina adulta. I maschi adulti restano invece appartati e si aggregano al branco soltanto nel periodo degli accoppiamenti (ottobre-novembre).

La specie non è cacciabile nel nostro C.A.C. ed il suo prelievo avviene esclusivamente a livello sanitario con circa una decina di capi annui. Questa specie è stata oggetto di reintroduzione negli anni compresi fra il 1996 ed il 2000 e per diventare cacciabile si è in attesa che raggiunga una denisità idonea. Attualmente

la sua consistenza nel nostro C.A.C. si attesta su circa 300 capi.

Foto di Renato Grassi
Foto di Renato Grassi

4) Stambecco

Lo stambecco (Capra ibex) scomparve dalla regione alpina fra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, a causa di un prelevo eccessivo, eccezion fatta per l'unica popolazione che riuscì a sopravvivere nell'area del Gran Paradiso, riserva di caccia reale, soggetta ad una drastica protezione a partire dal 1821. Le popolazioni attualmente presenti nelle regioni alpine sono dunque frutto di diversi progetti di reintroduzione che sono stati realizzati negli ultimi decenni.

E' un Ungulato appartenente alla famiglia dei Bovidi, come il Camoscio, ma di dimensioni maggiori; dall’aspetto nobile e fiero, il suo corpo massiccio e pesante, è dotato di robuste zampe piuttosto corte, le corna sono arcuate e di grandi dimensioni, provviste di evidenti nodi sulla parte frontale. Occupa prevalentemente la fascia alpina e nivale, fra i 1600 e i 3200 m di altitudine, e ne predilige i versanti ripidi, rocciosi e ben articolati dal punto di vista topografico. I pendii erbosi rivolti a sud sono pure luoghi prediletti dallo stambecco, in particolare durante il periodo invernale. Vive in alta quota per la maggior parte dell'anno, ma in primavera può abbassarsi notevolmente alla ricerca di spazi erbosi, per nutrirsi. Il dimorfismo sessuale è evidente nella taglia, nelle dimensioni e nella forma delle corna: mentre i maschi possono pesare anche fino a 100 kg, il peso della femmina varia generalmente tra i 40 ed i 50 kg.

 La specie non è cacciabile sull'intero territorio nazionale. Essa è stata oggetto di reintroduzione negli anni novanta e la sua consistenza nel nostro C.A.C. si è assestata con un nucleo stabile di almeno 10 individui.

Foto di Renato Grassi
Foto di Renato Grassi

5) Cinghiale

Il cinghiale (Sus scrofa) è una specie caratterizzata, negli ultimi decenni, da un incremento esplosivo su buona parte del territorio nazionale, in particolare nelle aree montane delle regioni settentrionali. E’ in grado di occupare un’ampia varietà di habitat, dalle aree coltivate della pianura ai boschi delle aree montane, spingendosi fino alle praterie d’alta quota. L’habitat più favorevole è costituito però da boschi caratterizzati da un fitto sottobosco, che garantisce la presenza di siti adatti al rifugio, alternati a prati-pascolo, e da una buona disponibilità di acqua, necessaria per le attività di insoglio. Dal punto di vista morfologico il cinghiale è caratterizzato da una corporatura massiccia; presenta una testa allungata, collo corto, la porzione anteriore del corpo più sviluppata della posteriore ed una coda corta, terminante con un ciuffo di setole. Le zampe sono relativamente corte rispetto alle proporzioni caratteristiche degli altri Ungulati; le anteriori sono più lunghe delle posteriori ed hanno quattro dita ciascuna. Il cinghiale viene definito “onnivoro”: nonostante la porzione principale della sua dieta sia costituita da sostanze di origine vegetale (quali frutti, semi, radici e tuberi), che nella nostra area geografica sono rappresentate perlopiù da castagne e ghiande, vengono consumati anche elementi di origine animale (lombrichi, lumache, larve di insetti) e si verificano talvolta predazioni su piccoli di Cervidi, lepri e conigli, micromammiferi e uova e pulcini di uccelli che nidificano a terra.

La specie è cacciabile dal primo di giugno fino alla fine di gennaio, con diverse modalità come previsto dal Regolamento Ungulati della Provincia di Como. La sua consistenza nel nostro C.A.C. si attesta su circa 500 individui.